Choon Choi (Cecchetti-Coccoluto)

 


Choon Choi è un architetto e designer contemporaneo noto per il suo lavoro che fonde elementi tradizionali e moderni, concentrandosi spesso sulla relazione tra architettura e natura. Basato principalmente in Corea del Sud, Choi ha dato un contributo significativo al design sostenibile, integrando materiali e strutture che si armonizzano con l'ambiente circostante. E'  professore associato presso il Dipartimento di Architettura della Seoul National University e dirige il Laboratorio per la Cultura dell'Architettura (LAC), un centro di ricerca interdisciplinare che esplora le interazioni tra spazio, società e cultura contemporanea in Corea.

Il suo approccio sottolinea spesso un'estetica minimalista, linee pulite e spazi funzionali che evocano una sensazione di calma e integrazione con il paesaggio naturale.

Pensiero filosofico progettuale

La filosofia di progetto di Choon Choi si fonda su alcuni principi chiave che mirano a creare una sintesi  tra l'ambiente costruito e quello naturale. Alcuni aspetti centrali della sua visione includono:

Integrazione con la natura:  punta a creare edifici che dialoghino con il paesaggio naturale, sia visivamente che funzionalmente. L’architettura è concepita come estensione dell’ambiente circostante, piuttosto che come elemento estraneo. Questo approccio si traduce spesso in edifici che rispettano la topografia e sfruttano la luce naturale, le ombre e la ventilazione passiva.

Uso di materiali locali e sostenibili: La scelta dei materiali è essenziale per il suo lavoro. Choi predilige materiali naturali, riciclati o sostenibili, spesso reperiti a livello locale, per ridurre l’impatto ambientale e celebrare l’artigianato locale

Valorizzazione della tradizione: è attento alla cultura e alle tradizioni architettoniche locali. Il suo lavoro spesso reinterpreta tecniche e stili tradizionali in chiave moderna, rendendo omaggio alla storia e alle radici culturali del luogo in cui opera. 

Biennale di Venezia

Il Padiglione Coreano alla Biennale Architettura 2018, co-curato da Choon Choi, ha esplorato la complessa relazione tra architettura e stato, mettendo in luce le tensioni storiche che hanno caratterizzato il processo di modernizzazione in Corea del Sud. Negli anni ’60, in un periodo di dittatura militare, molti giovani architetti coreani si formarono in un contesto in cui lo stato autoritario rappresentava l’unico canale attraverso il quale poter esprimere le proprie competenze e sperimentare idee innovative. L’esposizione ha analizzato come queste menti creative abbiano cercato di dare vita a una visione utopistica attraverso progetti ambiziosi, realizzati però in condizioni di rigida supervisione politica e in un ambiente sociale poco aperto alla libertà di espressione.

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