Imprinting
Difficile raccontare in un piccolo testo i luoghi e i
ricordi dell’infanzia, sono talmente tanti che diventa complicato sceglierne
solo uno. Ogni luogo e angolo del mio paese mi ricorda la mia infanzia.
Vivo a Gaeta, una piccola città di mare tra Roma e Napoli. Una
città caratterizzata da vicoli stretti e piccole piazze dove si è soliti
ritrovarsi la domenica prima di pranzo, oppure il tardo pomeriggio per stare in
compagnia di amici e della famiglia. Non è una città tanto grande, tutt’altro. È
una realtà molto piccola e proprio per questo ci conosciamo tutti e forse è
proprio questo il bello. Ti senti a casa in qualsiasi momento.
Durante la stagione estiva si riempie di turisti, animando
le strade con risate e vivacità. Le spiagge si affollano di ombrelloni e
asciugamani, mentre i locali e i ristoranti si popolano di persone in cerca del
giusto relax. Quando arriva settembre invece, il luogo appare quasi deserto e
le spiagge un tempo affollate, si trasformano in distese silenziose dove è
possibile udire il fruscio del vento e le onde del mare che si infrangono sugli
scogli. Nient’altro. E forse è proprio così che la preferisco. È solo così,
secondo me, che è possibile creare una connessione con l’ambiente naturale che
la caratterizza e la circonda.
Da questa descrizione si può evincere che, di inverno, sia
un luogo monotono e desolato. Forse per alcuni aspetti lo è, ma a noi piace
così. Non c’è monotonia nel vedere sempre le stesse persone, non c’è monotonia
nel passeggiare sempre nelle stesse strade o incontrarsi nel solito piccolo bar
di fronte il mare per prendere un caffè e ritrovarsi con i vecchi amici. È solo
genuino. Genuino perché basta poco per essere felici e gioiosi.
Pensando a un luogo dell’imprinting mi è subito venuto in
mente il belvedere di Monte Orlando, dal quale si apre un panorama che toglie
il fiato e da dove e possibile osservare la giusta coesione e il giusto
equilibrio tra terra e acqua: il golfo è come se si tuffasse nel mare turchese
e cristallino da una parte, e dall’altra c’è la spiaggia che lo abbraccia
completamente. Se dovessi pensare a un luogo a me caro è sicuramente questo. È il
mio posto del cuore fin da quando sono bambina e ad oggi, non posso far altro
che ritornare ogni volta che torno a casa.
Mia nonna mi ha portato qui per la prima volta e si
divertiva a raccontare la storia della città tra mitologia, arte e cultura. Mi raccontava
di quanto fosse cambiata negli anni rispetto al passato e di quanto oggi siamo
fortunati a viverla così. Mi diceva e dice tutt’ora che le persone che non ci vivono
se lo sognano un posto così e non posso far altro che darle ragione. Guardando insieme
l’orizzonte dal belvedere, quando c’era bel tempo e il cielo era limpido si
vedevano in lontananza le isole di Ponza, Ischia e Ventotene e dopo averle
indicate mi interrogava su quale fosse la più vicina a noi e quale invece la
più lontana. Da grande amante della mitologia mi raccontava le leggende legate
a Ulisse e al forte legame che c’era con la nostra città: mi narrava che
Ulisse, durante il suo viaggio di ritorno a casa aveva trovato difficoltà nelle
acque del golfo e che al tempo stesso era rimato incantato dalla bellezza della
ninfa Gaeta che viveva proprio nelle acque del golfo, e quest’ultima, proprio
per stare vicino a Ulisse si era trasformato in una montagna, creando così il
paesaggio che ad oggi lo caratterizza. montagna su cui nasce proprio il belvedere. Ad oggi, dopo venti anni, mi racconta
ancora queste storie e queste leggende e nonostante ormai le sappia a memoria,
la ascolto incantata come se fosse la prima volta.
Disegno
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